50 anni fa, il 28 gennaio del 1966, si consumava uno degli eventi più terribili per lo sport italiano: la tragedia di Brema.
A pochi giorni dal meeting di Brema, uno dei passaggi fondamentali per la stagione del nuoto, una selezione della così detta "generazione d'oro" italiana di questo sport venne coinvolta in un terribile incidente aereo, nel quale perirono 46 persone (4 dell'equipaggio).
Gli atleti scomparsi furono Bruno Bianchi, il ventiduenne capitano della spedizione, Amedeo Chimisso (19 anni), Sergio De Gregorio (19 anni), Chiaffredo "Dino" Rora (21 anni), Luciana Massenzi (20 anni), Carmen Longo (18 anni) e Daniela Samuele, la più giovane - 17 anni - convocata ufficialmente solo due giorni prima. Con loro morirono anche il 55enne allenatore Paolo Costoli ed il 36enne telecronista RAI Nico Sapio, incaricato di raccontare le imprese dei giovanissimi azzurri in gara.
Nella serata del 28 gennaio 1966, il Convair CV-440 della Lufthansa su cui viaggiava il gruppo sarebbe arrivato troppo basso sulla pista in fase di atterraggio, ruotando a causa di una raffica di vento e letteralmente esplodendo a terra: nei giorni successivi, si parlò lungamente delle coincidenze che avevano portato gli azzurri su quel volo.
A quanto pare, il team trovò l'aereo per Zurigo solo all'ultimo, mentre già pianificava di prendere il treno, e, arrivando con qualche minuto di ritardo, fu costretto a scegliere il volo successivo per Brema: Nico Sapio, che era arrivato in orario, aveva tragicamente scelto di aspettare gli atleti e viaggiare con loro, segnando inconsapevolmente il proprio destino.
In Italia, le prime notizie dell'incidente arrivarono solo attorno alle 21.00, mentre la lista completa delle vittime fu disponibile solo dalle 2 di notte.
Due giorni dopo, il meeting di Brema venne tenuto ugualmente, lasciando vuote le corsie degli azzurri e ponendo sui blocchi dei mazzi di fiori: il modo migliore per celebrare e ricordare coloro che non c'erano più.