Negli scorsi giorni, Federica Pellegrini ha utilizzato Twitter per esprimere la propria insoddisfazione riguardo alle condizioni della piscina in cui si sta allenando per Kazan: chiamando in causa Federnuoto e Comune di Verona, la campionessa italiana aveva richiesto maggiore cura e manutenzione della vasca.
L'acqua a 30°C le aveva quasi provocato uno svenimento: segno che la struttura non poteva essere adeguata ad una preparazione importante come quella necessaria prima di un Mondiale.
Alle parole della Pellegrini erano subito seguite le azioni: temperatura ripristinata in poche ore e pace fatta.
Ma il "Caso Pellegrini", che sembrava essersi risolto senza troppi problemi e con un importante gesto di collaborazione fra atleti ed organizzazioni, è presto uscito da suoi confini, diventando nazionale: a 5 giorni dal tweet infuocato della nuotatrice, sono, infatti, arrivate le dure critiche di Stefano Maestri, direttore della Polisportiva comunale di Riccione, il quale avrebbe consigliato a Federica Pellegrini di prepararsi al meglio per Kazan lavorando in una cucina di albergo o di ristorante.
L'affermazione, non delle più felici, è stata accompagnata anche dagli "hashtag" di rito, dal tono ancor più pesante.
Le reazioni sono arrivate subito sia da parte di fan ed altri nuotatori, che da parte del comune di Riccione, che si è ufficialmente dissociato dalle affermazioni del direttore: il sindaco Renata Tosi, indignata per un'uscita che potrebbe macchiare l'immagine di tutta la città, ha chiesto una relazione al presidente della Polisportiva, mentre Pietro Speziali, presidente del comitato regionale Fin, ha duramente criticato le affermazioni di Maestri.
Dal canto suo, Federica Pellegrini ha risposto con tranquillità al tweet del profilo ufficiale della città, chiudendo, speriamo definitivamente, la vicenda.
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